Sto sull’orlo di un accadere
alla fermata dell’autobus
come potesse crollare la chiesa
col campanile, l’insegna della pizzeria
o spaccarsi il cielo a mostrarci
finalmente lo spettacolo
di un paradiso aperto di fulmini
e angeli. Sto con il telefono in mano
come potesse chiamarmi mia madre
o un’altra voce che non c’è più.
Sto sprofondato con le converse
bucate nel fango dell’attimo
e aspetto ma forse è già successo
è già passato il 14, è già andato
via ogni entusiasmo.
Trema terra, muoviti vento
che io possa alzare la croce
dell’essere e trovare, tra queste macerie,
i frammenti luminosi che componevano,
tra i raggi, lo splendore.
© Inedito di Valerio Grutt
Foto di Daniele Ferroni
MOLTO TOCCATE E VERITIERA,DEI VERSI MERAVIGLIOSI,COMPLIMENTI E TANTI AUGURI.
Meravigliosa poesia, complimenti!
L’ha ribloggato su poesie e altro.
Bei versi, stare sulla soglia di qualcosa che non succede e cercare chi non c’è più…
Bellissimo blog, nominato con piacere in un articolo da me 🙂
‘sto ragazzo è proprio bravo!