Ho nostalgia di te, qui tra i parchi e le strade silenziose di questa città
provo a dare un nome al tuo volto che lentamente si fa più sfocato
lascio travolgermi dalle nostre notti trascorse a raccontarci che senso ha vivere
se poi la vita ci porta lontano, se poi cresciamo e questi corpi un tempo velluto per le mani
diventano fragili finestre usurate dalla pioggia, interi condomini abitati dai ricordi.
Ho nostalgia di te, qui su questo letto
vorrei vederti salire con la timida falcata di chi sa cos’è il pudore
ascoltare cosa è stato per te conoscere quest’uomo
cosa può insegnarci la nostra fine
ora che so di aver perso tutto ciò che non ho mai avuto.
© Inedito di Andrea Cati
Molto bella. La timida falcata del pudore, i corpi che si fanno finestre nella città silenziosa. Finestre attraverso cui quel nome si cerca e talvolta riluce.
Grazie Tommaso, hai colto molto bene e con delicatezza l'”atmosfera” in cui era calata la poesia.
Un caro saluto.
AC
Molto, molto bella.
Grazie, grazie. Ciao!
AC
Reso benissimo il senso di vuoto crescente tipico del sentimento ; in più c’è un germe di consapevolezza che fa sì che esso non sfoci in malinconia (o non del tutto).
Complimenti.
Grazie per il passaggio e per l’analisi (centrata).
AC
Scritta sincera. Forte.
Ciao Marianna, grazie e un saluto!
AC
L’ha ribloggato su lamentecorre.
Bella ☺
Grazie!
AC
Meravigliosa. Sono senza parole
Grazie Nazaria, troppo gentile.
AC
No è la verità. Mi sono rivista in quelle parole
È un senso di vuoto di cui il mio stomaco e il mio cuore sono tristemente pieni…un abbraccio forte Amico mio!
Grazie Giù, un caro saluto!
AC
L’ha ribloggato su Trasparenze vive.
È’ così delicata e intensa… è struggente…
Mi sono permessa di fare un reblog
Molto molto bella! Buona domenica Annalisa 🙂