Anafora
Profili di colline in terracotta, l’edera di un campanile,
i portici del borgo per dividere la luce. Il povero
regala un gesto appena uscito dalla pietra. Il pellegrino
(i tatuaggi vividi di un’anfora, una barca tutta da rifare
un mare a fiotti tra i capelli, quasi una fontana umana)
lo raccoglie all’angolo dove trent’anni prima il giovane
fissava la piazzetta e disilluso non capiva. Il luogo era
già fato, enorme giara, anafora.
© Inedito di Stefano Della Tommasina
Mi piace molto la scelta di accompagnare la Poesia con foto in bianco e nero. Isabella
Bellissimo come un semplice incontro tra due creature si faccia eco interminabile nella mente del poeta, fino a dilatare il tempo, fino a farsi sorgente.
Credo tu abbia colto esattamente (anche il senso della controversa parentesi). Grazie.
Ecco… un altro incontro! Grazie a te.