Edgar Lee Masters

5 marzo anniversario morte Edgar Lee Masters - Interno poesia

 

Wendell P. Bloyd

Prima mi accusarono di condotta molesta,
non essendoci leggi contro la bestemmia.
Poi mi rinchiusero in manicomio
e fui ammazzato di botte da un sorvegliante cattolico.
Il mio torto fu questo:
dissi che Dio mentì ad Adamo e lo destinò
a vivere una vita da sciocco,
ignaro del male come del bene del mondo.
E quando Adamo gabbò Dio mangiando la mela
e scoprì la menzogna,
Dio lo cacciò dall’Eden per impedirgli di cogliere
il frutto della vita immortale.
Ma, Cristo! voi gente di buon senso,
ecco cosa dice Dio stesso nel libro della Genesi:
«E il Signore Iddio disse, ecco che l’uomo
è diventato come uno di noi» (un po’ d’invidia, vedete),
«a conoscere il bene e il male» (smascherata la balla che tutto è bene);
«e allora, per paura che allungasse la mano a prendere
anche dall’albero della vita e ne mangiasse, e vivesse in eterno,
il Signore Iddio lo cacciò dal giardino dell’Eden»
(La ragione per cui credo che Dio crocifisse il proprio Figlio
per uscire da quello squallido impiccio è che ciò è proprio da par suo).

 

Antologia di Spoon River (Mondadori, 2001), trad. it. A. Porta

3 pensieri su “Edgar Lee Masters

  1. ” non mi uccise la morte ma due guardie bigotte, /mi cercarono l’anima a forza di botte./ Perché dissi che Dio ingannò il primo uomo / lo costrinse a viaggiare una vita da scemo… ” per anni la canzone e la poesia sono state la mia bandiera di ateo e di blasfemo…

  2. Un proprio credo non si discute,io non riesco a immaginare un creato senza una mano superiore,cio non è detto che sono un bigotto,ma un semplice credo personale,non avendo avuto la capacità di darmi una risposta più concreta,io scrivo versi a modo mio e ne faccio una questione dell’essere,rispettoso di ogni opinione se sarà vero forse un giorno saremo chiamati al cospetto.

Rispondi