a mio fratello
Al tuo braccio appesa come a un albero maestro
nel viavai di arrivi e partenze a Tiburtina
dopo il primo appello della morte all’improvviso
a spingerci sul treno per Roma da bambini
dove mamma per mano aveva accompagnato
la sua mamma all’ultima stazione del dolore
che chiuse per sempre il regno in Via Napoleone
cancellando Roma dai posti per restare.
Di due naufraghi approdati al mattino sul binario
per cercare nella folla la giusta direzione,
tu eri il capitano con gli occhi presi al largo
senza timore perché i grandi non ne hanno.
Non so se giungemmo volando a quella chiesa
o contando uno a uno i sampietrini come quando
la domenica mattina raggiungevo il catechismo
centrando con un piede dopo l’altro i sassi pari,
ma che era così grande da fermarci sulla soglia
e che ho colto tra le dita una lacrima di cera
mentre sull’altare un uomo calmo ci parlava
di Teresina come di una che non c’era
e che più non mi avrebbe baciata sulla fronte
la sera nel lettone la vigilia di Natale,
che più non mi avrebbe accolta sulla soglia
sorridendo in fondo ai quarantadue gradini
da fare al galoppo senza mai perdere il conto.
A chi diceva La tua nonna è andata
in cielo, gridavo Il cielo è in terra
e in tutta questa pioggia
di pianto manca nonna,
finché mi sciolsi in acqua
per cadermi lungo il viso.
Ora che ho cercato altrove per vent’anni
ritorno alla partenza per non ritrovarti,
i ricordi come stecche di mikado li ha soffiati
un alito d’orgoglio la tenacia di un tornado
e già sono due anni che ci ha sparpagliato.
Oggi lungo il muro ritraccio lentamente
le gobbe in via Cammello verso via Camaleonte,
sasso dopo passo dopo sasso da contare
senza perdere di vista la luce alla finestra,
per sapere se stasera tra le labbra della nebbia
è la breccia di un mondo o solo il margine di un giorno.
Ma di nuovo perdo il conto
e resto appesa al vento
in questo resto di cielo deserto.
© Inedito di Chiara De Luca
Le parole sono ciotole il più delle volte vuote.
Solo ciotole, ben svuotate, possono essere riempite.
le parole hanno sempre qualcosa da dire …..a saperle ascoltare
Delicata ed immensa.
Circle Of Funk – Healer feat. Dawn Tallman (Wipe The Needle Remix)
tenerissima e intensa
Mamma mia che bella!!! Intensa e commovente. Velata nostalgia , ricordi che affiorano e triste realtà tutto riunito e tenuto insieme da versi che lasciano il segno. Isabella
Grazie di cuore per la vostra lettura e per i vostri commenti ! Chiara
il dolore è ciò che unisce e divide quei sassi, tessere inconsolabili di un insieme diviso
Grazie di questa splendida lettura Cesare
Un’emozione continua e la chiusa è stupenda!
Grazie mille! Chiara