0 pensieri su “Giovanna Rosadini

  1. “A germogliare sulla ferita, il tralcio” mi ha fatto ricordare di quando ero bambino e osservavo mio nonno fare gli innesti. Praticava una ferita nel ciliegio selvatico e vi inseriva, legandola con un tralcio di vite, una gemma o un rametto di ciliegio, come diceva lui, buono. La piccola gemma si nutriva della linfa del ciliegio selvatico e, vista con i miei occhi di bambino, trasformava per magia tutte le ciliegie aspre in frutti dolcissimi.

    L’aggettivo “oscuro” invece, mi suona come una violenza, come una parola che non rende giustizia alla complessità e alla meraviglia dei rapporti.

    • Grazie per la condivisione della bella immagine legata al ricordo…Mentre “oscuro”, al contrario, è proprio il termine che rende la complessità e la meraviglia dei rapporti, la loro ineluttabilità, il loro affermarsi a volte in maniera sorprendente e inaspettata…

      • Grazie a te. Parlo del mio gusto e della mia sensibilità. proprio perché si parla di complessità, meraviglia, ineluttabilità, un aggettivo (qualunque esso sia, ma tanto più “oscuro”) mi sembra limitante. Ma personalmente apprezzo poco gli aggettivi e forse connoto la parola oscuro con un senso di tetro e cupo, inaccessibile alla luce. bello comunque questo scambio!

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