Erano tanti ed erano nel vento
stretti l’uno all’altro e frusciavano voci
brulicavano nel legno fresco gli insetti,
le cavità del tronco inghiottivano voraci
creature, minuscoli punti senza sole;
si aprivano ali dai rami più alti
dilatando il bianco delle assenze
in trasparenze di nuvole disperse,
spiccando sfrecciavano fino a svanire;
s’impigliava nel folto la luce e spioveva
mulinando liberata fino alle radici
nel punto in cui svanivano scavando
tunnel per tuffarsi nel terreno,
fino all’istante in cui secca la linfa
e inverna fino al cielo la corteccia,
fino all’istante in cui tutto ghiaccia
tumula i rami nel cielo della notte;
un silenzio di senso precipita le vette
come immobili si lasciano le foglie
dalla nudità esposta alle stagioni
cede il vento e abbandona la luce
al volo inverso che sposa alle radici
© Inedito di Chiara De Luca
C’è una musica stupenda che attraversa questa lirica, dal cielo alle radici…
Grazie Tommaso
Se cerchiamo un messaggio nelle parole di Chiara De Luca fatichiamo a trovarlo. Se esprimono delle emozioni questo non è evidenziato. Però sicuramente la poesia ha un suo ritmo come se fosse il volo dell’insetto che si aggira attorno all’albero. Di certo le immagini sono buone.
posso darti un indizio, anche se tendo a non tradurre mai le mie poesie, perché chiunque possa leggervi ciò che vuole e di cui ha bisogno… comunque: questa parla di come gli amici brulichino quando c’è luce e c’è linfa e si dissolvano nel vento quando cala il buio dell’inverno dell’anima. Il che è un ottimo propulsore per piantare le radici a rovescio nel cielo e ritrovare se stessi. Penso che la poesia non debba nominare/esprimere le emozioni, ma possa suscitarne.
Forse era questo il messaggio nascosto. Però onestamente non mmi ha suscitato nessuna emozione.
la poesia non deve dare messaggi, ma emozioni e questa ne è piena
la penso anch’io così… Grazie 🙂
Chiara sa “essere” natura e poesia, secondo me – e questo è emozionante comunque
Grazie Marina!