Robert Minhinnick

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La casa dei signori

È lì come sempre, la casa,
Alte le finestre sul lago,
Tagliato l’erba quasi alla gialla radice.

Lungo il viale d’accesso il bordo di marciapiede bianco calce
Descrive una curva perfetta,
Quasi che pietra, come aria acqua, gonfi in un’onda.

Si dissolvono i miei passi in giardini dove
L’acido rododendro cresce rigoglioso,
I suoi fiori bianchi e rosa come bambole nude.

È sempre stato un albero egoista,
Divorando la luce, crescendo
Luminoso solo, erede forte.

Alla porta prendono il mio biglietto da visita
E un nome in corsivo d’argento
Mi permette di entrare dove mai avrei pensato.

Queste mani gentilmente posate sul mio braccio
Turbano un lontano intruso,
Quel bambino sotto la siepe del tasso

Che guardava lunghe automobili scivolare attraverso il villaggio
E donne fatte come le fiamme delle candele
Muoversi sui prati.

Sopra la sua testa le bacche gonfiavano
Morbide come cera attorno a ogni nucleo,
Nera pepita di veleno che sarebbe cresciuta.

 

da Assemblea di poeti – poesia anglo-gallese contemporanea (Mobydick, 1998), trad. it. Andrea Bianchi e Silvana Siviero.

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