Vedo i coetanei di mio padre
orientarsi, scrivere, viaggiare
e lui quasi niente
purissimo bianco memoriale
buco vivo che ripete in poco tempo
sei-sette volte la stessa frase
e dopo che mi adora
come l’amore più grande non si sogna
Penso che è lui il poeta
io l’archivista muto
della sua foto con ferrari
in officina, la tua macchiata
di sudore e di unto
da Ricordi di Alzheimer (Book, 2007)
Splendida lirica, molto toccante… mia madre, devastata da una vecchiaia impietosa si allontanava sempre di più dalla persona che io conoscevo, tutto si spegneva in lei, la voce, lo sguardo, il sorriso. Ancor adesso no riesco a darmene pace, cerco di aggrapparmi a ricordi migliori. Grazie per questa testimonianza, che mi fa sentire meno sola.
Grazie per la condivisione Silvia. Il blog si nutre di poesia ma anche di testimonianze come la tua. Un abbraccio.
Grazie x questa poesia così delicata e toccante.
Grazie a te nevediprimavera!
L’archivista, muto, diviene egli stesso poesia e poeta. Bellissimo Blog. Grazie per il passaggio!
Grazie a te e benvenuto!
Il mio Prof.. La bellezza unta delle immagini.
Audit iter, numeratque dies,/spacioque Viarum Metitur vitam,/torquetur peste futura
(s’informa sul percorso, conta i giorni e misura la vita sulla lunghezza della strada, ed è tormentato dalla sventura che verrà) Michel de Montaigne
Veramente toccante . In poche righe una realtà drammatica ma a volte anche tenera. La nonna di mio genero , malata da tempo, quando vede mia figlia sorride sempre. Forse quest’ immagine è rimasta impressa nella sua memoria. Isabella
Splendida poesia, che ha il ritmo sincopato del cuore quando ricorda e, ricordando, ama.
E l’amore trasforma le piccole cose, i gesti quotidiani, le frasi reiterate in imprese memorabili di un eroe che, perdendo se stesso, concede agli altri il dono prezioso del ritrovarsi…