Ci vorrebbe proprio tutto
il tempo di cucire un bottone.
Quel fermarsi
in quel punto della camicia
su e giù con l’ago
e il filo lungo che va in alto e scende.
Quel andare al di là e tornare, basterà?
Il viaggio di una madre
il puntino luminoso della sua mano
che dal cielo scende
e sale un filo che fra le dita
sembra attraversare niente.
Io ti avevo stretto la mano
nella panca della chiesa dei Servi
sentivo che piangevi
non sapevo come ricucire
il fiore sdraiato del tuo respiro
con tutte quelle radici al vento.
Non mi lasciare nel traffico
nel buio sordo di un attimo
quando non ti volti più
e caschi fra i rami
come un tramonto colpito
nel petto da uno sparo
non lasciarmi andare sotto i portici
che non hanno braccia
non farmi credere che la piazza
sia più bella dei tuoi occhi
che i gradini siano le tue ginocchia.
da Il rubino del martedì (Raffaelli, 2010)
Foto di Daniele Ferroni
bellissima!!!!!!
si, bellissima e bravissima la Serragnoli!
Bellissima!
Verissimo, grazie!
Un concetto di espressione stupendo raccoglie molto patosma nello stesso tempo veritiero e da da riflettere,complimenti e grazie di avermi deliziato con questa chiave di versi.