Michael Krüger


Cosa c’è ancora da fare

per il settantesimo di Peter Handke

Raccogliere le noci
prima che se le prenda lo scoiattolo;
mettere l’ombra in sicurezza,
parlare con la matita
quando questa rifiuta le parole;
non voler trovare il nemico
che cova nel non-pensato;
leggere nelle nuvole
nell’interminabile epos
su forma e trasfigurazione;
togliersi il sasso dalla fronte;
fare allo stupore la grazia di una proroga.

E non dimenticare: di andare nel posto
dove si è cacciato il libro,
il libro con le pagine vuote,
il libro vuoto, il libro.

Spostare l’ora (Mondadori, 2015), trad. it. A. M. Carpi

Michael Krüger

Michael Krüger, 2011

 

 

 

 

 

 

 

 

Neve

C’è odore di neve,
un odore che non occorre descrivere,
niente grandi parole di meraviglia.
Onde, le ultime, tremolano sul mare,
sottili come matite, finché il ghiaccio
non le fissa e stampa in metri regolari.

Le nostre condizioni sono buone,
leggiamo il giornale, guardiamo la televisione,
osserviamo Amleto e i suoi dubbi,
amiamo Mörike e gli Impromptus di Schubert,
anche la povertà non ci lascia insensibili,
né la vicina né la lontana.

Il nostro vicino sapeva tutto del sanscrito,
adesso si è tolto la vita
perché sua moglie l’ha lasciato. Poco fa
lo vedevamo ancora in giardino occupato coi merli,
curvo come un interrogativo, gli uccelli
a saltellargli intorno come tanti puntini.

Si vive più a lungo di quel che si credeva.
Distinguiamo i concetti giusti
dagli sbagliati. Amiamo la neve
quando i sentieri sembrano i bordi
degli annunci mortuari. Tronfia
la morte scansa la vita

e già è dileguata nel bianco.

 

Spostare l’ora (Mondadori, 2015), trad. it. A. M. Carpi