Chen Chen

Ph. Paula Champagne

When I Grow Up I Want to Be a List of Further Possibilities

To be a good
ex/current friend for R. To be one last

inspired way to get back at R. To be relationship
advice for L. To be advice

for my mother. To be a more comfortable
hospital bed for my mother. To be

no more hospital beds. To be, in my spare time,
America for my uncle, who wants to be China

for me. To be a country of trafficless roads
& a sports car for my aunt, who likes to go

fast. To be a cyclone
of laughter when my parents say

their new coworker is like that, they can tell
because he wears pink socks, see, you don’t, so you can’t,

can’t be one of them. To be the one
my parents raised me to be—

a season from the planet
of planet-sized storms.

To be a backpack of PB&J & every
thing I know, for my brothers, who are becoming

their own storms. To be, for me, nobody,
homebody, body in bed watching TV. To go 2D

& be a painting, an amateur’s hilltop & stars,
simple decoration for the new apartment

with you. To be close, J.,
to everything that is close to you—

blue blanket, red cup, green shoes
with pink laces.

To be the blue & the red.
The green, the hot pink.

 

“When I Grow Up I Want to Be a List of Further Possibilities” da When I Grow Up I Want to Be a List of Further Possibilities. Copyright © 2023 di Chen Chen. Riprodotto con il permesso di BOA Editions, Ltd., www.boaeditions.org.

 

Da grande voglio essere una lista di ulteriori possibilità

Essere un bravo
ex / buon amico per R. Essere un ultimo

modo ispirato di vendicarmi di R. Essere consulenza
di coppia per L. Essere consiglio

per mia madre. Essere letto d’ospedale
più confortevole per mia madre. Non più

essere letto d’ospedale. Essere, nel tempo libero,
America per mio zio che vuole essere Cina

per me. Essere Paese di strade senza traffico
& macchina sportiva per mia zia, che ama

andare veloce. Essere un ciclone
di risate quando i miei genitori dicono

che il loro nuovo collega è così, si capisce
perché indossa calzini rosa e, vedi, tu no, quindi

non puoi essere uno di loro. Essere la persona
che i miei genitori mi hanno insegnato a essere–

una stagione dal pianeta
dei temporali a grandezza-pianeta.

Essere uno zaino di sandwich al burro d’arachidi & di tutte
le cose che so, per i miei fratelli che stanno diventando

temporali in sé stessi. Essere, per me, nessuno,
casalingo, corpo a letto che guarda la tele. Diventare 2D

& essere quadro, la collina e stelle di un amatore,
semplice decorazione per il nuovo appartamento

con te. Essere vicino, J.,
ad ogni cosa che ti è vicina:

coperta azzurra, tazza rossa, scarpe verdi
con lacci rosa.

Essere il blu & il rosso.
Il verde, il rosa shocking.

Traduzione in italiano di Anna Aresi

Ilaria Giovinazzo

Ph. Dino Ignani

Lo senti questo logorio continuo
delle corde intorno all’argano?
L’incontro perfetto del corpo
che aderisce all’ombra?

Sei nelle armonie improvvise
a cui accedo negli attimi illuminati
delle mie giornate.
Sotto il peso delle cose
questo muscolo idiota schianta.

Dimmi solo che la vita non tradisce.
Dimmelo ancora. Menti.

La religione della bellezza (Italic peQuod, 2023)

Giuliano Gramigna

Come vivere nella città senza queste care presenze?
bucano all’alba nebbie e averse
con ciglia di fuoco
traballanti intirizzite ospitali;
ma quando nelle terse mattine
della primavera alzando stormi di foglie
dalle ruote – eccoli come sono
convogli stampati di nitore
splendidi di lontano in fondo a una lente
tram misericordi! prorotti dal niente,
ce ne avvisa l’odore
di ferro caldo vernice verbena
su su dai viali defunti
di Casalecchio revenants indomabili –
prima che dalla svolta appaia il viso camuso
arancione (o verde?) col numero degli anni
che restano da vivere.

Quello che resta (Mondadori, 2003)

 

 

Michele Mari


Ti cercherò sempre
sperando di non trovarti mai
mi hai detto all’ultimo congedo

Non ti cercherò mai
sperando sempre di trovarti
ti ho risposto

Al momento l’arguzia speculare
fu sublime
ma ogni giorno che passa
si rinsalda in me
un unico commento
ed il commento dice
due imbecilli

 

Cento poesie d’amore a Ladyhawke
(Einaudi, 2007)

Giuseppe Ferrara


Carpe locum

Ho detto che resterò qui ad amarti
e non che t’amerò per sempre
perché al tempo preferisco lo spazio,
cogliere un posto invece dell’attimo.
Non tanto dunque quanto durerà,
ma dove e come ti sarò vicino:
è più confacente a ingannare il tempo.

Vertrebe sacrali (Interno Libri Edizioni, 2023)

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Noemi Sisto


si disfano le ali
i ponti i nomi
il futuro semplice

si versa storto il volo
e di doglie d’acque rotte
frantumi che mi bevono le gambe

spogliano i pori
annegano le ossa
finiscono tutto il corpo

forse il cielo si è sbagliato
ti conto nei secondi che ci restano da vivere

 

Inedito

Sofia Fiorini


Tra il primo e il secondo crepuscolo
dobbiamo trasportare tutto il giorno
vasi di coccio:

tra il pozzo e la radura
non possiamo toccare i cocci vuoti
in equilibrio sulla testa.

Al nostro ritorno
entriamo nel letto coi piedi anneriti
e sul comodino si asciuga

una goccia imprendibile in fondo al bicchiere.

La perla di minerva (La noce d’oro, 2023)

Paola Casali

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In un bar sul Bosforo, dicevi,
o in una capanna a Siem Reap
sulla strada tra Massaua ad Asmara
in un corridoio di una libreria
in un bivio tra il sole e il vento
o in un treno che non si sa dove
noi saremmo stati.

Andavo là
pellegrina seguivo la mia sorte
lasciando letti intatti
e ascoltando campane
sotto un vecchio tronco.
Tra i mille e mille volti
ho visto anche occhi felici
e lo sono stata.
Era quando la tua voce
penetrava a gocce l’aria,
e la seguivo fino a diventare te.

Inedito

Anna Salvini

La conta dei danni

Dopo la tempesta il pioppeto
allignato lungo la carrabile
ha un’altra prospettiva: giacere
inerme, allineato a terra, composto
come il mio dolore.

La conta dei danni indugia nella voce
di mia sorella, si farà legna
con tutti quei caduti, un camposanto
senza croci e senza corpi
e si faranno nuovi solchi, anche la nebbia
avrà cura di questa attesa, senza rabbia.

Il respiro – ferito –
riposa nella voragine
dove già cresce l’erba.

Inedito

Carlo Crosato

Al di qua del graffio che
definisce e distingue i nostri corpi
ho allargato le braccia il più possibile
perché mi sorprendessi
non in atteggiamento di resa
ma del tutto disarmato
inerme e indifeso
come è chi sa di non doversi difendere
come chi vuole avvolgerti in un abbraccio
senza con questo catturarti
e ti stringa consapevole del rischio
dell’esplosione delle tue reazioni acuminate.
Privo di difesa perché tu possa
colpire senza temere vendetta
perché tu possa far vibrare l’aria
con grida da mito antico
senza subire l’eco riflessa
dalla mia scarsa estensione corporea.

Strategie di salvezza (Interno Libri Edizioni, 2023)

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