Paul Celan


Silenzio! Io pianto la spina nel tuo cuore
poiché la rosa, la rosa
sta con le ombre nello specchio, e sanguina!
Essa già sanguinava, allorché mischiammo il sì e il no
e lo bevemmo a sorsi,
perché un bicchiere, sbalzato dal tavolo, tintinnò:
s’annunciò con scampanio una notte, tenebrante più a lungo che noi.

Bevemmo con avide bocche:
sapeva di fiele,
eppur spumava come il vino –
Io tenni dietro al raggio dei tuoi occhi,
e la lingua ci balbettò dolcezza…
(È così che balbetta, ancora sempre.)

Silenzio! La spina ti penetra più a fondo nel cuore:
essa fa lega con la rosa.

Poesie (Mondadori, 1998), trad. it. G. Bevilacqua

*

Stille! Ich treibe den Dorn in dein Herz,
denn die Rose, die Rose
steht mit den Schatten im Spiegel, sie blutet!
Sie blutete schon, als wir mischten das Ja und das Nein,
als wirs schlürften.
weil ein Glas, das vom Tisch sprang, erklirrte:
cs läutete ein eine Nacht, die finsterte länger als wir.

Wir tranken mit gierigen Mündern:
es schmeckte wie Galle,
doch schäumt’ cs wie Wein –
Ich folgte dem Strahl deiner Augen,
und die Zunge lallte uns Süße…
(So lallt sic, so lallt sic noch immer.)

Stille! Der Dorn dringt dir tiefer ins Herz:
er steht im Bund mit der Rose.

Paul Celan

celan

Già sono posati i cavi
per collegare la felicità
dietro di te
e le sue ben munite
linee d’emergenza,

nelle città ausiliari,
rivolte a te,
dove a spruzzo diffondono
generatori di salute,
delle melodiche antitossine
annunciano
lo sprint finale
attraverso la tua coscienza.

 

Luce coatta e altre poesie postume (Mondadori, 1983), trad. it. G. Bevilacqua

Paul Celan


Der Andere

Tiefere Wunden als mir
schlug dir das Schweigen,
größere Sterne
spinnen dich ein in das Netz ihrer Blicke,
weißere Asche
liegt auf dem Wort, dem du glaubtest.

Die Gedichte aus dem Nachlaß, Frankfurt am Main, Suhrkamp Verlag, 1997.

 

*

 

L’altro

Più profonde ferite che a me
abbatté su di te il silenzio,
più grandi stelle
ti avvolgono nella loro regnatela di sguardi,
più bianca cenere
pesa sulla parola, a cui hai creduto.

 

(10 dicembre 1952)

Traduzione di Lucia Brandoli

Paul Celan


E tu, tu pure –
fatta crisalide,
come tutto quello
che la notte ha cullato.

Questo sfarfallio, questo volteggiare intorno:
io lo sento – e non lo vedo!

E tu,
come tutto quello
che è sottratto al giorno:
crisalide.

E occhi, che ti cercano.
Tra questi il mio.

Uno sguardo:
un altro filo, che ti avviluppa.

Questa tarda, tarda luce.
Io so: i fili luccicano.

Di soglia in soglia (Di soglia in soglia, 1996), a cura di Giuseppe Bevilacqua

Paul Celan

paul-celan

 

Sentii dire

Sentii dire che nell’acqua
vi era una pietra ed un cerchio
e sopra l’acqua una parola
che dispone il cerchio attorno alla pietra.

Vidi il mio pioppo calare nell’acqua,
ne vidi il braccio tastar giù nel profondo,
e, protese al cielo, le radici ad implorar notte.

Io non gli tenni dietro,
soltanto colsi da terra quella briciola,
che ha del tuo occhio la nobile forma,
dal collo ti tolsi la collana dei motti
e ne orlai la tavola, ove adesso stava la briciola.

Ed il pioppo sparì alla mia vista.

 

Di soglia in soglia (Einaudi, 1996), trad. it. G. Bevilacqua