Rosa Maria Di Natale

Ho conosciuto il mio odore
solo quando mi sei nata.
Ignoravo, invece, il colore.

Era il bianco gesso
delle ossa che battagliavano tra loro,
il blu che dalla finestra
figliava nubi vulcaniche,
erano le mani rubine che affondavano
nel mio ventre a scovare il tuo capo,
la verde corteccia di una poltrona
ad arredare la stanza delle madri.

Io sulla soglia incosciente,
tu all’ingresso della vita.
Poi, sorprese dai corpi divisi,
profumavamo aspre.

Inedito

Noemi Sisto


si disfano le ali
i ponti i nomi
il futuro semplice

si versa storto il volo
e di doglie d’acque rotte
frantumi che mi bevono le gambe

spogliano i pori
annegano le ossa
finiscono tutto il corpo

forse il cielo si è sbagliato
ti conto nei secondi che ci restano da vivere

 

Inedito

Paola Casali

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In un bar sul Bosforo, dicevi,
o in una capanna a Siem Reap
sulla strada tra Massaua ad Asmara
in un corridoio di una libreria
in un bivio tra il sole e il vento
o in un treno che non si sa dove
noi saremmo stati.

Andavo là
pellegrina seguivo la mia sorte
lasciando letti intatti
e ascoltando campane
sotto un vecchio tronco.
Tra i mille e mille volti
ho visto anche occhi felici
e lo sono stata.
Era quando la tua voce
penetrava a gocce l’aria,
e la seguivo fino a diventare te.

Inedito

Mauro Liggi


Punto
Croce
Seduta nel divano
gli occhiali in bilico sul naso
in terra gomitoli blu
divorati dai tuoi ferri da maglia
le dita instancabili
ogni tanto un sorriso per misurarmi
o un rimbrotto se giocavo a distrarti
mentre controllavi l’intreccio bisbigliando
in grembo il disegno che doveva guidarti.
Punto.
Croce.
Vorrei ora quel maglione caldo,
che pizzicava sempre un po’,
con i nodi a grana di riso
il blu accecante.
Punto.
Il colletto ampio
che a me non piaceva
i polsini enormi
io che pesavo quaranta chili
le spalle troppo larghe.
Croce.
Poi alla fine
Sferruzzavi anche di notte
a tempo delle preghiere
fino a sfinirti
e la mattina era dopo perfetto.
Punto.
Croce.
Come vorrei indossarlo ancora
per scaldare la tua mancanza
e sulle spalle portare
il gravoso cercarti
la mia pesante
Croce
Punto.

 

Inedito

Mario Giampaolo


Pico

Mesi steso su Roma morta
ogni giorno e di nuovo,
mare vuoto di fortune.

Andare via con una vita a strascico
e la cardiologia elementare
a gonfiare le vele.

Scegliersi un’isola minore
sala d’attesa a cielo aperto,
battiti irregolari.

Ci ho scoperto un cristianesimo
che mi tiene compagnia e m’ha svelato
il mito barbaro che ho avuto di te.

Altrove cresce un senso di festa,
qui si bevono pomeriggi corretti col vero
e io snocciolo ancora frammenti di rara devozione

Il potere
che hai
di cambiare le cose

minuscola età dell’oro
Il tuo sangue
di ieri notte
stamattina
sull’angolo
della mia bocca.

 

Inedito

Marina Dora Martino

Ph. Pietro Vettore

dopo il crollo della casa
ti ho alzato il vestito
ho visto l’aurora

che le tue gonnelle di spine
mi siano d’ispirazione

spina punta dal dito
mai in pace col piacere
mai un letto dove riporre
cappio e ombra

nei rovi la mia unica chiesa
ho lasciato tutti gli averi
che i tuoi chiodi mi facciano sposa

sotto la bocca sporca
l’abside di albaspina
sotto, la rovina

Inedito