Salvatore Quasimodo


Specchio

Ed ecco sul tronco
si rompono le gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul fosso.
E tutto sa di miracolo;
e sono quell’acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c’era.

 

Tutte le poesie (Mondadori, 2003)

Stefano Modeo


Quando è andato via
ha portato con sé un coltello
con cui apriva la pancia dei pesci.
Lo tiene in tasca, ogni tanto
lo apre e lo chiude in un gesto.
Vorrebbe infilzarlo in un tronco,
abbandonarlo nel legno, ma
sulla lama c’è ancora il sangue,
il biancore del sale, del mare
e una vena cruda di nostalgia
che gli apre nel palmo una ferita.

Inedito

Paul Celan


Der Andere

Tiefere Wunden als mir
schlug dir das Schweigen,
größere Sterne
spinnen dich ein in das Netz ihrer Blicke,
weißere Asche
liegt auf dem Wort, dem du glaubtest.

Die Gedichte aus dem Nachlaß, Frankfurt am Main, Suhrkamp Verlag, 1997.

 

*

 

L’altro

Più profonde ferite che a me
abbatté su di te il silenzio,
più grandi stelle
ti avvolgono nella loro regnatela di sguardi,
più bianca cenere
pesa sulla parola, a cui hai creduto.

 

(10 dicembre 1952)

Traduzione di Lucia Brandoli

Shuntarō Tanikawa


Essere vivi

Essere vivi
essere vivi ora
vuol dire avere sete
essere abbagliati dal sole fra gli alberi
ricordare all’improvviso una melodia
starnutire
tenerti per mano

essere vivi
essere vivi ora
vuol dire minigonna
un planetario
Johann Strauss
Picasso
le Alpi
vuol dire imbattersi in tutte le cose belle
e poi
essere attenti e opporsi al male che vi si nasconde

essere vivi
essere vivi ora
vuol dire poter piangere
poter ridere
potersi arrabbiare
vuol dire libertà

essere vivi
essere vivi ora
vuol dire un cane che abbaia in lontananza ora
la terra che sta girando ora
da qualche parte il primo vagito che si alza ora
da qualche parte un soldato ferito ora
è un’altelena che dondola ora
è l’ora che passa ora

essere vivi
essere vivi ora
vuol dire il battito d’ali degli uccelli
vuol dire il fragore del mare
il lento procedere di una lumaca
vuol dire gente che ama
il tepore della tua mano
vuol dire vita

(1971)

Poeti giapponesi (Einaudi, 2020), a cura di M. T. Orsi e A. Clementi degli Albizzi

Eugenio De Signoribus


Domande

Perché la parte oscura
ancora può dolere

e tarla la coscienza
banale o no il sapere?

E il perdono chiesto
all’uomo e all’Uomo

incontra nel languore
come una spina dura?

C’è verità nel suono
che stride in interiore?

 

L’altra passione (Interlinea, 2020)

Gerardo Masuccio


Laura, ascolta, Milano non mente
e da oggi ha parole per noi.

Le panchine di parco Ravizza
suggeriscono agli olmi due nomi
e dal pulpito di San Fedele
il Manzoni sorride con noi.
Non lo sai, ma ha nitrito di gioia
il ronzino di piazza Missori
quando al suono delle nostre voci
la Velasca ha chinato la fronte.

Laura, ascolta, Milano ha i tuoi occhi,
ha i miei occhi. Non vede che noi.

Fin qui visse un uomo (Interno Poesia Editore, 2020)

Wendell Berry


How To Be a Poet
(to remind myself)

Make a place to sit down.
Sit down. Be quiet.
You must depend upon
affection, reading, knowledge,
skill—more of each
than you have—inspiration,
work, growing older, patience,
for patience joins time
to eternity. Any readers
who like your work,
doubt their judgment.

Breathe with unconditional breath
the unconditioned air.
Shun electric wire.
Communicate slowly. Live
a three-dimensioned life;
stay away from screens.
Stay away from anything
that obscures the place it is in.
There are no unsacred places;
there are only sacred places
and desecrated places.

Accept what comes from silence.
Make the best you can of it.
Of the little words that come
out of the silence, like prayers
prayed back to the one who prays,
make a poem that does not disturb
the silence from which it came.

From: Given (Shoemaker Hoard, 2005)

 

*

 

Come essere un poeta
(per mio promemoria)

 

 

Trova un posto per sederti.
Siediti. Resta in silenzio.
Dovrai fare affidamento su
affetti, letture, conoscenze,
abilità – più di quante
tu ne abbia – ispirazione,
impegno, maturità, pazienza,
perché la pazienza congiunge il tempo
all’eternità. Dubita
del giudizio
di chi elogia i tuoi versi.

Respira con respiro incondizionato
l’aria non condizionata.
Lascia perdere i fili elettrici.
Comunica con lentezza. Vivi
una vita a tre dimensioni;
stai lontano dagli schermi.
Stai lontano da tutto ciò
che offusca il luogo in cui si trova.
Non esistono luoghi che non siano sacri;
soltanto luoghi sacri
e luoghi profanati.

Accogli quanto viene dal silenzio.
Fanne il meglio che puoi.
Con le minute parole che a poco a poco nascono
dal silenzio, come preghiere
riverberate verso chi prega,
componi una poesia che non turbi
il silenzio da cui è nata.
 

trad. it. Vincenzo Perna

Anne Carson


Molte genti molti oceani ho attraversato –
arrivo, fratello, a questa povera sepoltura
per darti l’ultimo dono alla morte dovuto
e parlare (ma perché?) alle ceneri mute.
Ora che a me la fortuna ti ha strappato, tu
Oh povero fratello a me tolto,
ora ancora comunque questo – che distante abito d’avi
trasmesso come triste dono per la sepoltura –
accetta imbevuto di lacrime di un fratello
e per sempre, fratello, addio e addio.

Rivista Poesia (n.307, settembre 2015), traduzione di Patrizio Ceccagnoli

Carme 101 – Catullo

Multas per gentes et multa per aequora vectus
advenio has miseras, frater, ad inferias,
ut te postremo donarem munere mortis
et mutam nequiquam alloquerer cinerem,
quandoquidem fortuna mihi tete abstulit ipsum,
heu miser indigne frater adempte mihi.
Nunc tamen interea haec prisco quae more parentum
tradita sunt tristi munere ad inferias,
accipe fraterno multum manantia fletu,
atque in perpetuum, frate, ave atque vale.

Valerio Magrelli


Preferisco venire dal silenzio
per parlare. Preparare la parola
con cura, perché arrivi alla sua sponda
scivolando sommessa come una barca,
mentre la scia del pensiero
ne disegna la curva.
La scrittura è una morte serena:
il mondo diventato luminoso si allarga
e brucia per sempre un suo angolo.

Le cavie (Einaudi, 2018)