Giulia Del Vecchio


La mia adorata non ha corpo.
Mi scrive lettere che mancano
di carta ruvida, e non si sentono
al tatto.
Ogni tanto, mi dona un tratto di parole
che ha una durata eterna
nella voce – fatta di accenti sporchi,
di sonore che afferrano, liquide,
e di labiali che fanno l’amore.

La mia creatura non ha tempo.
Si spiccia dove la porta il senso
di nausea.
Oggi non c’è, per esempio –
e sta parlando con qualche discorsivo
affetto, gonfiato tutto dalla sua indomabile
vitalità.

La mia bella è senza concetto.
Non riusciresti a derivarla nemmeno
dal più perfetto degli argomenti.
Lei sta divisa laggiù, dove stanno
tutte le eccezioni,
i sistemi sono ridotti a ruderi
e si sfaldano in roboanti
scherzi.

Non c’è nulla che io possa chiederle,
e niente che io riesca a darle.

L’amore mio è un sentimento
che potrei passare tutta la vita
a spiegarmi.

 

Inedito da Il lato esterno della parola

Vladimir Sergeevič Solov’ëv


Dolce amica, non credo alle tue
parole, ai tuoi sensi, ai tuoi occhi
e neppure a me stesso, soltanto credo
alle stelle che splendono in alto.

Per un sentiero làtteo le stelle
mi mandano sogni infallibili
e nel deserto sconfinato allevano
per me fiori celesti.

E in quell’eterna estate, tra quei fiori,
intrisa di argento azzurrino,
come leggiadra tu sei, e nella luce stellare
com’è libero e puro l’amore.

 

Poesia russa del Novecento (Guanda, 1954), trad. it. A M. Ripellino

Iñigo Aranbarri


Parliamo

Dici che è il destino.
Contempla il giorno chiamando la morte,
Come recano gli ultimi raggi
Le ombre più recondite,
Accarezzando tranquillità per sempre,
Come la soave musica del porto.
Guarda come anche il tempo se ne va.
Come una nave,
Grande, Silenziosa, Precisa.
Colma di domande.

 

Antologia della poesia basca contemporanea (Crocetti, 1994), a cura di Emilio Coco

Michele Mari


Vita dell’uomo sanza riso e pianto,
foco vermiglio che non gitti ardore,
pregiata essenza indiana sanza odore
ed augellino immemore del canto;

sanza porpora ed auro regal manto,
moneta sanza corso né valore,
pratello aprico u’ non aulisca fiore,
pugna marzial sanz’onorevol vanto:

tal fu mia vita a me, alma sovrana,
pria che voi l’arricchiste dello spiro
che colma di piacer la spoglia vana:

ed ora parmi vita d’uom deliro,
e trista assai e nel tempo sì lontana
ché volto innante omai sol voi desiro,

di voi sol vivo, e sol per voi sospiro.

 

(sonetto caudato, 1982)

Dalla cripta (Einaudi, 2019)

Roberto R. Corsi


Mi narra il turbamento dinanzi a una coppia molto giovane
Che si bacia sulla panchina; vistosa lei muove la mano sulla patta
Dei jeans di lui. Scrivine, gli dico: perfino Larkin s’è appropriato
Di simile visione, stemperandola nel dolce rimpianto.
L’amico invece esita, trova volgare il tutto. Eppure
C’è tanta brezza dentro quel primo impulso, che stacca il frutto
Dal ramo dell’adolescenza ansiosa, desiderante
Sul ritmo binario di un gesto semplice, innato,
Forse destato, sferzato dall’agone con amiche più esperte.
Finestre altissime cui, solo col pensarci,
Hai già perduto il tempo per poterti inerpicare.

 

(8 giugno 2018)

Foto di Laura Albano

Caroline Clark


Translation Query

No word for resent in Russian,
you must take another route –
indignant, offended, hurt.
Inflated, shrinking, shrunk.
Resent – a tent built right up
out from you. Inside, cathedral,
firmament, night. Camera obscura,
pinhole of the mind. Never said,
never did, should have known. Memory
winds its way until the meaning’s all
your own. Twisted root. An inward
growing rose that blooms for you alone.
Speak now or forever hold its thorn.

*

Quesito di traduzione

Non esiste una parola per risentirsi in russo,
si deve prendere un’altra strada-
indignato, offeso, addolorato.
Sgonfio, in calo, contratto.
Risentirsirsi –una tenda costruita proprio
fuori di te. Dentro, cattedrale,
firmamento, notte. Camera oscura,
foro della mente. Mai detto,
mai fatto, avresti dovuto saperlo. La memoria
si snoda fino a quando il significato
è tutto tuo. Radice attorcigliata. Una rosa
che cresce all’interno e che sboccia per te solo.
Parla ora o tieni per sempre la sua spina.

 

Traduzione in italiano di Laura Corraducci

Hans Magnus Enzensberger

 

A favore delle omissioni

Classici non letti, invenzioni
che ha risparmiato a sé e ad altri,
scommesse perdute,
pistole con la sicura,
titoli, posti, onorificenze
che si è lasciato scappare,
aerei persi all’ultimo momento,
indimenticabili cilecche, misere vittorie
che per un pelo ha scansato, e donne
con cui mai andò a letto:

nella tua sedia a rotelle ripensa,
tenero e riconoscente,
a quanto ha evitato,
risparmiando il mondo.

 

Più leggeri dell’aria (Einaudi, 2001)

Patrizia Cavalli


Il cuore non è mai al sicuro e dunque,
fosse pure in silenzio, non vantarti
della vittoria o dell’indifferenza.
Rendi comunque onore a ciò che hai amato
anche quando ti sembra di non amarlo più.
Te ne stai lì tranquilla? Ti senti soddisfatta?
Potresti finalmente dopo anni
d’ingloriosa incertezza, di smanie e umiliazioni,
rovesciare le parti, essere tu
che umili e che comandi? No, non farlo,
fingi piuttosto, fingi l’amore che sentivi
vero, fingi perfettamente e vinci
la natura. L’amore stanco
forse è l’unico perfetto.

 

Datura (Einaudi, 2013)

Foto di Dino Ignani

Pierluigi Bacchini

Sulle sdraie, lungo l’agosto

L’apparizione è avvenuta anche stasera.
Improvvisa. Questa scheggia lunare,
luna – tra la magnolia e il cedro
e il melograno. Luna bucherellata
tanto più misteriosa da quando
l’intelligenza l’ha toccata. Tiepida
fantasia.

Tra poco verrà l’assiuolo, uccello della notte.
Accendono le luci
nella vallata del fiume. Una vita
antica è questa che conduciamo.
Altre luci vanno veloci sull’autostrada
laggiù distante, lungo la pianura. Le foglie, di notte,
sono nere. O argento bianco. Ecco l’assiuolo. L’hai udito?
Ha dato il primo richiamo.
Sul tardi (ecco)
l’ho udito di nuovo) spesso ascolto la civetta.

 

Poesie. 1954-2013 (Mondadori, 2013)