
Ma vi volete sbrigare a conoscermi? Quanto ci avete messo, mamma mia, a capire che non posso star ferma, che ho dentro una quantità d’energia spaventosa, altro che il petrolio e i combustibili fossili che voi usate appestando l’aria! Ho un cuore di ferro sì ma talmente caldo che non vi potete immaginare. Io cerco di star ferma ma certe parti di me in superficie sottoposte a pressione, tira e stira, dai e dai, a un certo punto scraack! si rompono. Io sopporto fino a che posso, poi a un certo punto non ce la faccio più e sbotto. E’ solo ieri che avete cominciato a conoscermi, a capire il perché di terremoti e vulcani, ché prima non sapevate un cazzo. Forza sbrigatevi a conoscermi tutta punto per punto, metro per metro, misurate forze e tensioni, e come sono fatta in ogni parte, e sarete in grado di prevedere ogni mio moto. Voi non sapete quanto mi dispiace quando dovendo muovermi distruggo le vostre case e voi dentro. Ho un cuore di ferro sì, ma bollente, non sono fredda e spietata, o inerte, ma sono viva, e sento, e soffro, e tutto che vive in me è mio figlio e m’è caro, e non vorrei fargli male mai. Anzi proteggerlo, e nutrirlo. Allora voi sbrigatevi con la vostra scienza. A che servirebbe se no, ‘sta scienza? Sapendo tutto di me non avrete più sorprese, e io non dovrò soffrire e sentirmi in colpa. So anche che voi, con questa scienza, mi salverete, se qualche proiettile celeste volesse colpirmi, o qualche altro accidente, voi sarete grati a me come a una madre, e mi difenderete sempre.
© Inedito di Claudio Damiani
Foto di Dino Ignani